Un programma composto da tre straordinari cortometraggi sloveni, diversi per genere e periodo. Il film d’animazione Čikorja an’ kafe racconta, con umorismo e tenerezza, la storia di un matrimonio tra due semplici contadini, ispirandosi all’omonima poesia di Iztok Mlakar. Il documentario Le gru volano verso sud racconta la storia delle donne della bassa valle del Vipava che, tra le due guerre mondiali, partirono per l’Egitto per lavorare come domestiche e balie. Common Pear di Gregor Božič è un ibrido tra documentario e finzione, in cui il regista rende un sentito omaggio ai coltivatori di frutta di un tempo del Goriziano.
In collaborazione con il progetto ORIENTE—OCCIDENTE, Il confine attraverso il cinema e la storia, parte del programma ufficiale Capitale europea della cultura GO! 2025.
In collaborazione con l’associazione Skala Kubed e la Comunità locale di Gračišče.
Čikorja an’ kafe, Dušan Kastelic, Slovenija, 2008, 8′
Una cronaca ironica e commovente del matrimonio di una semplice coppia di contadini segue un piccolo, ma significativo inganno coniugale: per tutta la vita, la moglie ha servito al marito un surrogato del caffè, la cicoria, invece del vero caffè. L’animazione, basata sull’omonima canzone del celebre cantautore sloveno Iztok Mlakar, prende vita con il calore dei personaggi, modellati da Kastelic secondo le marionette dei minatori.
“Se i protagonisti morissero subito all’inizio della storia, nessuno se ne preoccuperebbe. Nel cortometraggio è ancora più difficile: hai solo pochi minuti per far affezionare lo spettatore ai personaggi e farlo empatizzare con loro.” – Dušan Kastelic
Le gru volano a sud, Dorica Makuc, Slovenija (Jugoslavija), 1975, 32′
Un documentario sulle donne della valle inferiore del Vipacco che, tra le due guerre mondiali, emigravano in Egitto per lavorare come domestiche e nutrici. Il film è stato realizzato dalla giornalista e scrittrice goriziana Dorica Makuc, attiva nel campo culturale e autrice di numerosi libri e documentari televisivi.
“Eravamo un paese povero, un tempo servi e serve, con molte bocche da sfamare e una sola eredità da dividere. Gli altri figli dovevano andarsene. Tutti partivano come in processione, perché era una necessità. Non c’era terra, non c’erano fabbriche. Gli uomini andavano a tagliare legna in Istria e ancora più lontano, ma le donne? Se trovavano un lavoro come domestiche – non c’era altro per loro a quel tempo nel Litorale sloveno. ‘Meglio che parta io,’ dicevano, ‘piuttosto che mio marito vada in America o in Argentina, perché chi sa se tornerebbe mai indietro. Io invece tornerò.'” – Dorica Makuc



